AUMENTANO I CASI COVID

Covid, in aumento i casi e le vittime. La circolare: stop isolamento ma consigliato stare a casa con sintomi.

Dopo la norma approvata nell’ultimo Consiglio dei ministri sul fronte Covid arrivano indicazioni dettagliate dal ministero della Salute sui comportamenti da osservare in difesa soprattutto dei più fragili. Questo mentre il bollettino dà ufficialità al rialzo (per la terza settimana consecutiva) dei casi e delle vittime in Italia. Nell’ultima settimana, dal 4 al 10 agosto, si sono registrati 6.056 nuovi casi, contro i 5.732 della settimana precedente, con un aumento del 5,7%. Sono stati 65 i decessi in sette giorni, il 58,5% in più rispetto alla settimana precedente (erano 41). Il tasso di positività è salito al 5,2% rispetto al 4,1% della settimana 28 luglio-3 agosto (+1,1%). Scendono invece i test: 115.496, in calo del 16,45% rispetto ai 138.232 della settimana precedente.

Nel mondo 1,5 milioni di casi in 28 giorni (+80%)

 

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Negli ultimi 28 giorni a livello

globale giorni sono stati segnalati quasi 1,5 milioni di nuovi casi di Covid, con un aumento dell’80% rispetto al periodo precedente, mentre i decessi sono stati 2.500 in diminuzione del 57%. A trainare i contagi è la regione del Pacifico occidentale (che comprende anche Cina, Giappone e Australia). Secondo il nuovo bollettino epidemiologico dell’Organizzazione mondiale della Sanità «i casi segnalati non rappresentano i tassi di infezione a causa della riduzione dei test e delle segnalazioni». A livello regionale, il numero di nuovi casi segnalati in 28 giorni (dal 10 luglio al 6 agosto 2023) è aumentato quindi nella regione del Pacifico occidentale (+137%) mentre è diminuito in cinque delle sei regioni dell’Oms: la regione africana (-77%), Sud-est asiatico (-57%), Mediterraneo orientale (-50%), Europa (-46%) e Americhe (-42%). Nello stesso arco di tempo, il numero di nuovi decessi segnalati è diminuito in tutte e sei le regioni: la Regione Europea (-71%), Sud-Est Asiatico (-65%), la Regione Africana (-62%), Mediterraneo orientale (-51%), Americhe (-49%) e Pacifico Occidentale (-42%). A livello di paese, il numero più alto di nuovi casi segnalati nel periodo di 28 giorni è dal Repubblica di Corea (1.278.065, +243%), Brasile (34.402), Australia (19.754), Singapore (18.914) e Italia (15.769).

Continua a crescere la variante Eris

Il numero più alto di nuovi decessi giornalieri è segnalato dal Brasile (500) e dalla Repubblica di Corea (340). Da inizio pandemia fino al 6 agosto 2023 sono stati segnalati nel mondo oltre 769 milioni di casi e 6,9 milioni di decessi. Non smette di crescere la variante Eg.5 o Eris. A partire dal 9 agosto 2023, è stata segnalata in 48 Paesi. La prevalenza continua ad aumentare, passando dal 7,5% nella settimana 25 al 17,4% nella settimana 29. Tuttavia, precisa l’Oms, «sulla base delle prove disponibili, il rischio per la salute pubblica è valutato come basso e in linea con il rischio associato alle varianti Xbb.1.16 e Xbb.1.5».

Consigliato stare a casa con sintomi

Stop all’isolamento obbligatorio delle persone risultate positive al Covid ma è consigliato restare a casa, se ci sono dei sintomi fino alla loro scomparsa. È quanto prevede una circolare del ministero della Salute firmata del direttore generale della Prevenzione Francesco Vaia nella quale si danno indicazioni in seguito alla norma approvata dal Governo. Si raccomanda, comunque, di osservare le stesse precauzioni valide per prevenire la trasmissione della gran parte delle infezioni respiratorie. In particolare è consigliato: indossare un dispositivo di protezione delle vie respiratorie (mascherina chirurgica o FFP2), se si entra in contatto con altre persone. Se si è sintomatici, rimanere a casa fino al termine dei sintomi. Applicare una corretta igiene delle mani. Evitare ambienti affollati. Evitare il contatto con persone fragili, immunodepresse, donne in gravidanza, ed evitare di frequentare ospedali o Rsa.

Per gli operatori sanitari prescrizioni “rafforzate”

Questa raccomandazione assume particolare rilievo per tutti gli operatori addetti all’assistenza sanitaria e socio-sanitaria, che devono quindi evitare il contatto con pazienti a rischio. Si consiglia anche di informare le persone con cui si è stati in contatto nei giorni immediatamente precedenti alla diagnosi, se anziane, fragili o immunodepresse ed infine di contattare il proprio medico curante se si è persona fragile o immunodepressa, se i sintomi non si risolvono dopo tre giorni o se le condizioni cliniche peggioran