A Monteprandone(AP) la storica processione del Venerdì Santo torna tra i fedeli

A Monteprandone(AP) la storica processione del Venerdì Santo torna tra i fedeli

A cura di FERNANDO CIARROCCHI (Monteprandone / prov. Ascoli Piceno)

 Dott. Fernando Ciarrocchi (Ascoli Piceno)

 fernando.ciarrocchi@dconline.info * Tel. 347-2577651

Vice-Segretario nazionale vicario del Dipartimento Sviluppo-Comunicazione-Marketing” della Democrazia Cristiana 

Vice-Direttore de “Il Popolo “ della Democrazia Cristiana

Coordinatore della redazione giornalistica de “Il Popolo” della Democrazia Cristiana.

 A Monteprandone(AP) la storica processione del Venerdì Santo torna tra i fedeli.

L’artistica bara mentre esce dalla chiesa parrocchiale porta a spalla dai portatori

L’orrenda pandemia del Covid 19 ha messo in ginocchio per oltre due anni il mondo intero.

Purtroppo non ha avuto sorte migliore la storica Processione del Cristo Morto di Monteprandone (AP) che fino l’anno prima della letale peste pandemica, ininterrottamente, ogni Venerdì Santo, dal 1859 ha percorso le caratteristiche rue dell’incassato medioevale di Monteprandone, terra natale di San Giacomo della Marca ( 1393-1476).

Solo l’emergenza pandemica ha fermato questo evento di fede molto sentito non solo dai monteprandonesi ma anche dai numerosi fedeli dei paesi  dell’hinterland.

Le cronache storiche narrano che negli anni sia della Prima, sia della Seconda guerra mondiale il corteo processionale si snodò nel dedalo delle viuzze del centro storico e l’artistica bara in legno, realizza nel 1846 dall’ebanista Sante Marelli, fu, come tradizione vuole, portata  si a spalla, ma in quei frangenti bellici, dalle donne poiché i mariti erano in guerra a combattere.

E’ un momento di fede forte e profondo che affonda le sue radici nella storia. Tutto nasce grazie alla Confraternita della Pietà e della Morte quando, nell’ormai lontano 1846 commissionò all’artista Emidio Paci la bellissima statua lignea del “Cristo Morto” che ebbe un costo di 33,21 scudi.

La preziosa statua lignea del Cristo deposta nella bara.

E’ deposta nella sontuosa bara in legno decorata con oro zecchino realizzata, infatti, nel 1846, dal Sante Morelli, uno dei migliori ebanisti dell’epoca, incaricato dalla Confraternita della Pietà e della Morte per una spesa di 60 scudi.

La magnifica bara è stata realizzata così come possiamo ammirarla ancora oggi per poter percorrere le strette rue del paese. Nel 1851 la Confraternita incaricò l’orafo Tito Boccachiodi che la indorò e ciò ebbe un costo di 55 scudi.

Nel 1855 furono acquistate: stoffe di velluto, frange d’oro e d’argento, cuscini, fiocchi e tutto l’ornamento per la bara spendendo ben 36 scudi. A ricamare le preziose stoffe furono le religiose di “S. Caterina” di Ripatransone che seguirono un apposito disegno di ricamo.

 

Il costo totale della bara ammontò a ben 200 scudi romani: una cifra notevole per quel tempo che sostenne la Confraternita della Pietà e della Morte.

Nel portare a spalla nelle vie del paese il prezioso catafalco nella sera del Venerdì Santo si alternano diverse squadre di portatori come tradizione impone.  Tutto ciò avviene in un paese   illuminato solo con le fiaccole: si vive e si respira quella mistica atmosfera medievale. Il corteo processionale consta anche di altri componenti:

La Croce e i simboli della passione

Le sette parole dette da Gesù ricamate in oro su splendidi gonfaloni rossi

Le vergini vestite di bianco rappresentate dalle bambine della parrocchia

Le pie donne vestite di nero che con i loro canti di lamento alternandosi alla preghiera e al suono della banda

Le ragazze con le sette spade

La banda musicale con i mantelli neri

Le autorità religiose e civili

La statua di San Giovanni

La bellissima e preziosa statua della Madonna Addolorata con la corona d’oro. Sono impegnate oltre 300 persone.

A sottolineare ulteriormente l’importanza dell’evento religioso-storico e civile conferendo quel maggior lustro che si conviene è stata la presenza di eminenti personalità ecclesiastiche tra cui: monsignor Joseph Marino della Segreteria di Stato Vaticano e Prelato d¹onore di Sua Santità, Giovanni Paolo II,S. Em. Card. Jorge Arturo Medina Estevez Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, S.E. Card. Salvatore De Giorgi dal 19 dicembre 2006 arcivescovo emerito di Palermo oltre alle altre autorità civili e militari.