GIUSEPPINA PAPA (DEMOCRAZIA CRISTIANA FROSINONE): LA PACE NELLA VISIONE CRISTIANA !
Quello della pace è un argomento esistenziale ed etico capace, da sempre, di suscitare una vasta eco, sia d’interesse che di preoccupazione.
Di essa hanno sempre discusso e dibattono tuttora, anche intellettuali, politici, religiosi: ognuno con la sua visione e con il suo particolare metro di giudizio.
Interessante, in questo senso, è analizzare e confrontare, in particolare, i contributi di tre importanti figure rappresentative della Chiesa cattolica, vale a dire: Papa Francesco, Madre Teresa di Calcutta e Papa Leone XIV.
Papa Francesco che, come noto, tanto si è adoperato per dare soluzione al conflitto russo- ucraino e a quello israeliano-palestinese, sosteneva che ”la guerra è sempre una sconfitta” e che “per fare la pace ci vuole coraggio molto di più che per fare la guerra”.
Esso ci ha regalato anche una definizione molto particolare di pace, definendola con il termine di “artigianale”, nel senso di ”realtà ascrivibile non soltanto all’opera di costruzione dei potenti con le loro scelte e i loro trattati internazionali”, ma anche come “qualcosa che contribuiamo a costruire tutti noi, gente comune, nelle nostre case, in famiglia, tra i vicini di casa, nei luoghi dove lavoriamo, nei quartieri dove abitiamo”.
Altrettanto profonde e significative sono le parole di Madre Teresa di Calcutta, la quale faceva notare, molto semplicemente, che ”non abbiamo bisogno di pistole e bombe per portare la pace, ma abbiamo bisogno di amore e compassione”.
Essa suggeriva, altresì, anche dei semplici – e nello stesso tempo profondi – accorgimenti per il mantenimento di un clima di distensione.
Uno fra tutti: ”Come puoi fare per promuovere la pace nel mondo? ”Vai a casa e ama la tua famiglia”.
Ma prima di qualsiasi altra cosa Madre Teresa non mancava di ricordare frequentemente: ”Se vuoi la pace difendi la vita”.
Una frase forte e chiara nella sua essenzialità, che esprime implicitamente una ferma condanna d tristi realtà come aborto, eutanasia e tutto ciò che mortifica la natura e la dignità dell’essere umano.
Da ultimo le parole del neo eletto papa Leone XIV, che recentemente ha “tagliato il traguardo” dei primi cento giorni di pontificato.
Già al suo esordio, il giorno dell‘elezione al soglio pontificio, Egli ha elevato il suo accorato appello al mondo per una “pace disarmata e disarmante, umile e perseverante”, ponendo in rilievo alcuni concetti fondamentali: che la pace non è soltanto una semplice costruzione umana ma un qualcosa che “proviene da Dio” che ci ama tutti incondizionatamente.
Che prim’ancora di parlare di pace in riferimento ai grandi scenari di guerra è necessario che ogni cristiano impari a costruirla ovunque e a cominciare da se stesso, superando rivalità, odi e contrasti; che specie gli organi preposti devono ricorrere agli strumenti fondamentali della negoziazione tanto per prevenire quanto per risolvere conflitti e, soprattutto, avendo sempre come obiettivo principale la realizzazione di una pace autentica e duratura.
Sempre in quella circostanza, Egli ha esortato tutti i cristiani, in quanto “discepoli di Cristo”, a costruire ponti con il dialogo e l’incontro con l’altro, portando la luce e la volontà di Cristo a tutta l’umanità.
Su tutto la rassicurazione che “il male non prevarrà”.
Anche in occasione della chiusura del Giubileo dei giovani, Leone XIV è tornato con forza sul tema della pace, esortando i ragazzi presenti al raduno di Tor Vergata a nutrire speranza per un futuro migliore, un futuro di concordia, rispetto, tolleranza, solidarietà.
Un futuro, ha sottolineato, che tutti indistintamente si è chiamati a costruire, in qualunque condizione e da qualsiasi luogo di provenienza.
Al di là di ogni ostacolo del presente, Egli ha affermato infatti, con profonda convinzione e fede, che “un mondo di pace è possibile”.
Possibile e ancor più necessaria è la pace per i grandi teatri di guerra, come Gaza, l’Ucraina, ma anche per altri conflitti minori, soprattutto nella consapevolezza dell’enorme potere devastante delle armi moderne, specie quelle di tipo nucleare.
E’ anche per questo che in occasione della commemorazione del bombardamento statunitense della città giapponese di Hiroshima, avvenuto il 6 agosto 1945, a cui seguì come noto, tre giorni dopo, quello di Nagasaki, il Santo Padre ha voluto sottolineare il rischio di catastrofe globale a cui i conflitti moderni espongono l’umanità.
In pratica un monito a tutte le potenze nucleari della Terra.
Le sue parole, a tal proposito, non lasciano alcun dubbio, sia sulle conseguenze relative all’uso di certe armi, sia rispetto al pericolo ad esse collegato di un’escalation totale: ”Illusoria – Egli dice – la sicurezza basata sulla distruzione reciproca”.
L’augurio che tutti possiamo farci è che tale concetto, estremamente crudo nella sua verità, ispiri le menti e i cuori di coloro che tengono, in questo momento, le redini della sorte del mondo e li guidi nelle giuste scelte per il bene di tutti.
A cura di Ins. Giuseppina Papa (Frosinone)
giuseppina.papa@dconline.info
Segretaria provinciale del < Movimento Femminile e per le Pari Opportunità > della Democrazia Cristiana provincia di Frosinone
Componente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana
Componente della Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana