L’ULTIMO TRENO PER UN GOVERNICCHIO INDECENTE INDEGNO DEL POPOLO ITALIANO !

L’ULTIMO TRENO PER UN GOVERNICCHIO INDECENTE INDEGNO DEL POPOLO ITALIANO !

L’ULTIMO TRENO PER UN GOVERNICCHIO INDECENTE INDEGNO DEL POPOLO ITALIANO.

La bellissima Italia, la meravigliosa Italia. Condannata da una politica inesistente, da una classe dirigente incapace di fare una riforma fiscale in linea con le altre nazioni europee e di combattere seriamente l’evasione e l’elusione fiscale.

Ci si potrebbe scrivere un libro sui personaggi politici che, una volta al governo, non solo non hanno mantenuto le promesse fatte, ma hanno aggiunto tasse alle altre già esistenti. Credo che la prossima sarà la tassa sulla povertà.

Però, non molto lontano da noi, abbiamo nazioni come l’Olanda, terra di tulipani e di agevolazioni fiscali, che grazie alla sua politica offshore, ha convinto aziende come Mediaset, FCA, Assicurazioni ed altri. a portare la loro sede nei Paesi Bassi, drenando ricchezza al nostro paese con metodi sleali, per poi giudicarci, spalleggiata dalla Germania, non degni di aiuto se non alle loro condizioni.

Ma la realtà è differente, perché in Olanda, alfiere dei falchi del rigore, il debito del settore privato nel suo complesso raggiunge il 231% del PIL contro il 107% dell’Italia.

L’indebitamento delle famiglie è pari al 98,7% del Pil in Olanda e al 41,2% in Italia”.

Al contempo, il rapporto tra debito e reddito delle famiglie è quasi di 2 a 1 (193%), più di tre volte superiore rispetto al caso del nostro Paese.

Segno che i cittadini olandesi non potrebbero contare sulle loro risorse proprie per ammortizzare le obbligazioni contratte in passato, al contrario di quanto accade in Italia dove il risparmio privato è garanzia contro le crisi, tanto che si sta pensando alle strategie per mobilitarlo in questa fase problematica.

Una bomba instabile in una fase di crisi che ci ricorda, una volta di più, come il debito pubblico diventi un problema solo dopo l’esplosione del debito privato.

Non a caso alla base di tutte le maggiori tempeste finanziarie di sempre: una lezione che i Paesi europei, chiamati nella risposta alla crisi a un appuntamento con la storia, non possono più far finta di ignorare.

In Europa ci vengono date pacche sulla spalle…. siete bravi ce la farete….

No non ce la faremo se il nostro governo non si decide ad abbassare le tasse per far ripartire l’economia.

Vorremmo ricordare sia all’Olanda, ma soprattutto alla Germania che senza Italia e Spagna le case automobilistiche chiuderebbero con ripercussioni devastanti nei mercati interni. Quindi è anche nel vostro interesse non ostacolare le richieste italiane, e sbloccare fondi giustamente necessari alla nostra nazione.

Ma il pensiero va alla politica di casa nostra. Per quale motivo dovremmo elemosinare solo le briciole?

A sentire i nostri politici in Europa abbiamo ottenuto cose mai viste, straordinarie.

In realtà i cittadini guardano la sostanza dei fatti e constatano che non abbiamo ottenuto nulla, almeno nel breve periodo.

Niente liquidità, che è quello che serve come l’aria, mentre i problemi rimangono tutti sul tavolo o addirittura aumentano: meno tasse, meno burocrazia, più incentivi alle imprese, organizzazioni già esistenti ed inutili da chiudere o riformare finalizzandole alla creazione di nuovi posti di lavoro, magari sfruttando fondi della comunità europea, come fanno già gli altri paesi dell’Unione.

Il nostro ruolo in Europa doveva essere già risolto e messo in chiaro molto tempo fa e non arrivare ad oggi, con mille problematiche che si aggiungono a questa devastante pandemia.

I nodi stanno arrivando al pettine.

Speriamo che non sia troppo tardi e che l’incapacità della politica non ci abbia ridotto a pasto per lupi famelici, tipo Germania e Olanda.

E’ questa l’ultima occasione per cambiare, lo chiede a gran voce il Popolo italiano.

 

A cura di Danilo Bazzucchi (Perugia) e Giovanni Paolo Deidda (Roma)