DON COSTANTINO STELLA: UN MARTIRE DIMENTICATO !

DON COSTANTINO STELLA: UN MARTIRE DIMENTICATO !
dott. Lorenzo Raniolo

A cura di Dott. LORENZO RANIOLO (Gela/CL) –

dott.lorenzoraniolo@tiscali.it –

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

< DON COSTANTINO STELLA: UN MARTIRE DIMENTICATO ! >

Sono passati ormai tanti anni dall’ omicidio di Costantino Stella, arciprete di Resuttano in provincia di Caltanissetta, ucciso dalla mafia, a soli 46 anni, il 6 luglio del 1919 di fronte all’uscio di casa sua.
Costantino per molti aspetti è stato tra i primi sacerdoti impegnati con le proprie attività nel contrasto del crimine.
A sostegno dei più indifesi cercò di mobilitare la propria realtà sociale, al tempo molto arretrata, con azioni atte a creare disturbo alla malavita organizzata; ricordiamo l’istituzione del Monte Frumentario, finalizzato a distribuire in anticipo i concimi ai lavoratori agricoli, la cassa rurale, ideata per l’organizzazione delle affittanze collettive successivamente al 1906 e infine la Cooperativa di consumo che consentiva anche alle famiglie più bisognose di acquistare alimenti a prezzi ragionevoli.
Era un prete poliedrico impegnato in tanti settori: giornalismo; politica e ovviamente il sacerdozio, inteso nella forma più alta di missione tra i derelitti e gli offesi, interpretando fedelmente l’insegnamento del Vangelo.
Don Costantino è una figura straordinaria però meno nota rispetto ad altri sacerdoti che persero la propria vita in nome dei propri principi umanitari e religiosi; nel 1919, quando la mafia, benché spadroneggiasse, veniva negata e solo i “galantuomini” e i padroni potevano aspirare a una vita decorosa, egli incominciò a restituire il senso della speranza e della dignità ai suoi compaesani.
II Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani reputa necessario far focalizzare l’attenzione della scuola e dei media su personalità, magari poco “utilizzate” dagli organi di informazione, per riscoprirne il coraggio e la modernità degli intenti.
Don Stella, fu con don Gennaro e don Caronia e pochi altri uno dei pochi sacerdoti martiri per aver coniugato fede, impegno civile e denuncia degli interessi mafiosi in anni difficili e di collusione.

Nacque a Resuttano (CL) il 19 maggio 1873 da una famiglia della borghesia locale.

Entrato nel  Seminario di Caltanissetta, studiò sotto la guida del rettore, poi divenuto Cardinale, mons. Giuseppe Francica-Nava de Bondiè.

Fu consacrato sacerdote il 30 maggio 1897 e l’anno dopo fu nominato arciprete del suo paese natale.

Fu definito uno dei cosiddetti preti sociali per il suo impegno al miglioramento delle condizioni delle campagne e degli abitanti del suo paese.

Tra le sue attività di rilievo si ricordano: la costruzione, durante il primo anno da arciprete, del Monte Frumentario, per la distribuzione in anticipo dei concimi ai contadini.

L’anno successivo fondò la cassa rurale per l’organizzazione delle affittanze collettive dal 1906 in poi e la Cooperativa di consumo per l’acquisto a prezzi bassi dei viveri per le famiglie dei soci.

Cercò anche di entrare in Consiglio comunale attraverso le elezioni amministrative del 1902.

Fu inoltre corrispondente per il periodico de L’Aurora oltre che collaboratore per innumerevoli testate giornalistiche della Sicilia dove successivamente riuscì a fondare insieme ad un gruppo di vescovi l’Associazione Regionale del Clero che ottenne numerose adesioni fino all’insorgere della prima guerra mondiale che ne placò l’attività.

Molto amato dal popolo e forse per questo mal visto da chi si vedeva danneggiato dalla sua attività per gli umili e i bisognosi, la sera del 28 giugno 1919 rimase ucciso dalla mafia, venendo accoltellato davanti a casa sua.

Ricoverato d’urgenza, morì dopo 8 giorni di agonia. Aveva 46 anni. I suoi assassini non furono mai scoperti così come i mandanti.