12 Giugno 2018: giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile.

12 Giugno 2018: giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile.

L’ultimo rapporto ILO mette in luce un fenomeno purtroppo tuttora molto presente e in buona parte ancora sommerso

di MARIA GRAZIA LENTI

La scuola è finita da qualche giorno appena, e molti di voi già pensano alle vacanze. Eppure, nel mondo,  ci sono milioni di bambini che, invece di giocare o studiare, sono costretti a lavorare. E si tratta quasi sempre di lavori duri e pericolosi!   In loro difesa, e per permettere loro di avere un’infanzia giocosa e serena, è stata istituita la  Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile .
Nel 2010, la comunità internazionale ha adottato una  tabella di marcia per eliminare le peggiori forme di lavoro minorile entro il 2018.

L’ultimo rapporto globale dell’ ILO (International Labour Organization) nel mondo, sono almeno 168 milioni i bambini e gli adolescenti nel mondo costretti a lavorare, di cui 85 milioni in lavori altamente rischiosi. L’agricoltura il settore con la più alta presenza di minori — 98 milioni — ma bambini e adolescenti sono coinvolti anche in attività domestiche, nel lavoro in miniera o nelle fabbriche, spesso in condizioni di estremo pericolo e sfruttamento. L’Africa sub sahariana è l’area del mondo con massima incidenza di minori al lavoro.

Il 20/30 per cento dei minori nei paesi a basso reddito lascia la scuola e inizia a lavorare prima dei 15 anni di età. I bambini che lavorano non ricevono un’istruzione e una formazione adeguata e,  come se non bastasse, il  loro lavoro prematuro non aumenta il loro benessere bensì la povertà. La stessa povertà che ha spinto i loro genitori a mandarli a lavorare.  Il lavoro minorile è un meccanismo di compensazione del reddito familiare a cui le famiglie ricorrono spesso in situazioni di crisi economica in vari paesi.

Mentre gli studi dimostrano che l’istruzione per le ragazze è tra i migliori investimenti che un paese possa fare per il suo sviluppo, le ragazze sono le prime ad essere tolte da scuola e mandate a lavorare nei momenti di difficoltà.

E il lavoro minorile è presente anche in Italia e riguarda almeno 340.000 minori sotto i 16 anni, di cui 28.000 coinvolti in attività molto pericolose per la loro sicurezza, salute e ai limiti dello sfruttamento

«Il nuovo rapporto sottolinea la necessità di un approccio politico coerente che affronti allo stesso tempo il lavoro minorile e la mancanza di posti di lavoro dignitoso per i giovani. Assicurare che i bambini vadano a scuola e ricevano una istruzione di qualità, almeno fino all’età minima di accesso al lavoro, avrà conseguenze per tutta la loro vita. È l’unico modo per un bambino di acquisire le conoscenze e le competenze necessarie per continuare ad apprendere e per la sua futura vita professionale»

Le ultime stime a livello globale parlano di una diminuzione in tutto il mondo del fenomeno, ma i progressi sono più limitati nell’Africa Subsahariana, dove anzi i dati più recenti indicano un peggioramento, con  un bambino su 4 coinvolto nel lavoro minorile (la percentuale più alta al mondo), rispetto ad 1 su 8 in Asia e nella regione del Pacifico, 1 su 10 in America Latina e nei Caraibi. Secondo l’Unicef, la Bolivia è il Paese dell’America latina con la più alta percentuale di bambini lavoratori (26 per cento contro una media dell’11). Il numero di bambini che unisce il lavoro alla scuola in alcune regioni è aumentato anche del 300%.

L’UNICEF esorta governi e donatori ad aumentare gli investimenti per una istruzione accessibile e di buona qualità e a sostenere misure di protezione sociale per tutti i bambini e invita inoltre il settore privato e le aziende ad utilizzare la propria capacità di innovazione  per garantire che i diritti dei bambini siano tutelati in tutta la catena dei fornitori.

Dal 1992 l’Ilo è impegnata con l’Ipec, il programma internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile che ha sostenuto più di 250 indagini e che ha favorito lo sviluppo di normative sul tema.

Molto si sta facendo, ma ancora molto si dovrà fare per ridurre il fenomeno dello sfruttamento minorile, la strada è quella giusta, anche noi della Democrazia Cristiana siamo attenti al fenomeno, stando vicino alle famiglie, in special modo a quelle più disagiate, tramite le tante associazioni di volontariato che collaborano con noi, e in questo continueremo a denunciare e a segnalare ogni forma di sfruttamento, perché bisogna ridare a questi bambini la loro gioventù, vederli continuare a giocare e studiare e farli tornare a sorridere.

di Maria Grazia Lenti