SI E’ SVOLTO IN MODO POSITIVO A BITONTO (BA) SABATO 25 OTTOBRE 2025  IL PREANNUNCIATO INCONTRO PROMOSSO DAL MOVIMENTO FEMMINILE E PER LE PARI OPPORTUNITA’ DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA PUGLIESE A SOSTEGNO DELLE DONNE !

SI E’ SVOLTO IN MODO POSITIVO A BITONTO (BA) SABATO 25 OTTOBRE 2025  IL PREANNUNCIATO INCONTRO PROMOSSO DAL MOVIMENTO FEMMINILE E PER LE PARI OPPORTUNITA’ DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA PUGLIESE A SOSTEGNO DELLE DONNE !

< SI E’ SVOLTO IN MODO POSITIVO A BITONTO (BA) SABATO 25 OTTOBRE 2025  IL PREANNUNCIATO INCONTRO PROMOSSO DAL MOVIMENTO FEMMINILE E PER LE PARI OPPORTUNITA’ DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA PUGLIESE A SOSTEGNO DELLE DONNE ! >

Si è svolto dunque in modo molto positivo a Bitonto (in provincia di Bari) il preannunciato convegno promosso sabato 25 ottobre 2025 da parte del Movimento femminile e per le Pari Opportunità della Democrazia Cristiana della regione Puglia.

All’incontro – nonostante la coraggiosa scelta di effettuare il convegno al sabato sera – era presente un pubblico numeroso e che ha partecipato in maniera molto attiva al dibattito scaturito dagli argomenti trattati.

Argomenti che possono essere sintetizzati dal tema: < Le madri collocatarie: il pilastro silenzioso della società italiana. >

In Italia, migliaia di donne separate o divorziate affrontano quotidianamente il peso dell’essere genitori a tempo pieno, molte volte senza il reale supporto del padre dei figli.

Sono le madri collocatarie, figure centrali ma troppo spesso invisibili, che sostengono sulle proprie spalle non solo la gestione materiale della vita familiare, ma anche quella emotiva, educativa e psicologica dei propri figli.

Non è solo una questione giuridica, ma una questione sociale e culturale di rilevanza nazionale.

Quando il padre è assente o disinteressato, la madre diventa il perno dell’equilibrio familiare.

Rappresenta la continuità affettiva, la sicurezza economica e il punto fermo educativo.

Il suo è un lavoro silenzioso, che inizia all’alba e non termina mai davvero — un impegno costante, spesso non riconosciuto né tutelato come meriterebbe.

Da dx; Isabella Torres Laura Giordano Maria Rosa Lauta, Emanuella Tisbo

Eppure, l’Italia non è del tutto priva di strumenti di sostegno.

Esistono reti di protezione — pubbliche e private — che, se valorizzate, potrebbero alleviare il peso di queste donne.

Pensiamo ai Centri antiviolenza ed agli Sportelli per le famiglie, presenti in molti Comuni italiani, che offrono consulenze legali, psicologiche e sociali.

Associazioni di tutela delle madri e dei minori come Telefono Rosa, CIF, Anci Donne, nonchè le Reti dei Centri per la Famiglia, che svolgono un ruolo di mediazione e sostegno.

Misure economiche e normative, come l’Assegno Unico Universale, il Reddito di Cittadinanza per genitori separati ed i contributi comunali destinati alle famiglie mono-genitoriali, introdotti o rafforzati negli ultimi anni.

Ed ancora, strumenti giuridici come la legge 54/2006 sull’affido condiviso, norme che – se applicate con equilibrio e responsabilità – dovrebbero garantire la bi-genitorialità effettiva ed il diritto del minore alla presenza di entrambi i genitori.

Tuttavia, la realtà è ben più complessa ed articolata.

La mancanza di informazione, la disinformazione sui propri diritti e la burocrazia lenta e frammentata fanno sì che molte madri non accedano mai ai benefici previsti.

Il problema non è solo normativo, ma sistemico.

Serve una rete coordinata di educazione giuridica, accesso digitale semplificato e servizi territoriali integrati, affinché la legge diventi strumento di tutela e non di frustrazione.

A ciò si aggiunge una cultura ancora intrisa di pregiudizi di genere, dove la madre sola viene spesso giudicata o compatita, invece che rispettata.

Eppure, queste donne non sono vittime, ma pilastri di resilienza collettiva: reggono famiglie, educano futuri cittadini e trasmettono valori di responsabilità, dignità e sacrificio.

Difendere le madri collocatarie significa difendere la tenuta morale e civile del Paese.

Significa promuovere politiche reali di inclusione economica, formazione lavorativa, welfare familiare e tutela legale.

Serve un “Patto Sociale per la Genitorialità Responsabile”, dove lo Stato, le istituzioni locali e il mondo del terzo settore lavorino insieme per assicurare che nessuna donna venga lasciata sola a sostenere ciò che dovrebbe essere condiviso.

Non si tratta di contrapporre madri e padri, ma di riconoscere chi c’è, ogni giorno, accanto ai figli, con amore, fatica e dedizione.

Sostenere queste madri non è un atto di assistenza, ma un investimento nel futuro etico e sociale dell’Italia !

*******************************************************************

Ing. Yenny Gonzalez

A cura di Ing. YENNY GONZALEZ (Livorno)

yenny.gonzales@dconline.info *  cell. 327-9036634 *

Segretaria nazionale del Dipartimento < Statistiche e Monitoraggio territoriale > della Democrazia Cristiana Italiana

Coordinatrice della Segreteria politica della Democrazia Cristiana Internazionale

Responsabile nazionale del Gruppo di Lavoro < Biancofiore Donna > della Democrazia Cristiana italiana

Componente del Consiglio Nazionale e della Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana italiana

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

F. Teofilo – M. Tatangelo – N. Giordano – A. Cota – M. Lauta – M. Ninno

ed a cura di MARTINO NINNO (di Bitonto / In provincia di Bari) *

martino.ninno@dconline.info * Cell. 333-8740026*

Segretario politico territoriale della Democrazia Cristiana di Bitonto (BA)

Vice-Segretario Organizzativo provinciale Vicario della Democrazia Cristiana della provincia di Bari

Componente del Comitato provinciale della Democrazia Cristiana della provincia di Bari

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

 

 

www.democraziacristianaonline.it * www.ilpopolo.news *