LA MEMORIA DELLA BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA (15 settembre).

LA MEMORIA DELLA BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA (15 settembre).
Anna Beneduca (Salerno)

A cura di Ins. Anna Beneduce (Salerno)

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Segretario nazionale della Democrazia Cristiana italiana per le Relazioni con il Mondo Ecclesiale e del Volontariato 

Editorialista de IL POPOLO della Democrazia Cristiana.

< LA MEMORIA DELLA BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA (15 settembre) >.

La Beata Vergine Maria Addolorata

Abbiamo fatto memoria, lo scorso mercoledì 15 settembre,  della Beata Vergine Maria Addolorata.

Questa devozione per la Beata Vergine Maria Addolorata, ci porta a riflettere come Lei -quale Madre di Gesù e madre nostra – abbia condiviso ai piedi della Santa Croce, il Sacrificio del divin Figlio Gesù , innalzato su di essa, per la salvezza del mondo intero.

Maria, mentre,in ginocchio si prostrava in silenzio ed umiltà alla Divina Volontà, dolori lancinanti Le squarciavano l’anima, così come profetizzò il Santo vecchio Simeone, allorquando Gesù fu portato al Tempio da Giuseppe e Maria, per essere consacrato così come era la Legge (quarto mistero gaudioso del S. Rosario).

” E a te stessa, una spada trafiggera’ l’anima”.

E mentre Lei, la “Donna dei dolori”, ed assieme alle pie donne, assistevano al Sacrificio di Gesù sulla Santa Croce, il tutto acquistava dimensioni universali.

Gesù Cristo infatti, fra spasimi e sofferenze immani, pagava fino all’ultima goccia del suo Preziosissimo Sangue, il prezzo dell’immenso ed infinito Amore per noi per la nostra salvezza.

La salvezza eterna dell’intera umanità, creata ad immagine e somiglianza di Dio Padre Onnipotente.

La Beata Vergine Maria, ai piedi della Santa Croce del Divin Figlio Gesù, si presenta come”la nuova Eva” perche’, come la disobbedienza della prima donna portò alla morte, così la Sua mirabile obbedienza, portò alla vita.

Questa memoria di origine devozionale, fu introdotta nel calendario romano dal Papa Pio VII, nell’anno 1814

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La liturgia della Chiesa cattolica, a distanza di un giorno, ci ha fatto fare memoria della < Festa dell’Esaltazione della Santa Croce >.

Sembra una vera e propria contraddizione dover festeggiare la Croce, eppure il mistero della Croce è il mistero di un Amore che ha dato la vita per ciascuno di noi.

Finchè non ci lasceremo raggiungere dall’amore crocifisso di Cristo, allora la nostra vita non sarà veramente una vita salvata. Infatti solo quando ti senti amato di un amore totale, gratuito e che dona tutto, solo allora la tua vita è una vita salva.

“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui”.

La Croce non serve a suscitare sensi di colpa, ma esattamente a distruggerli. Dio non ci ha amati tanto da indurci ad amarlo per contropartita. Egli ci ha amato e basta, senza domandare nulla in contraccambio.

Vivere una vita diversa a partire da questo Amore è solo frutto di una nostra libera decisione.

Ma nessuno è libero se innanzitutto qualcuno non lo ama. Solo l’amore rende le persone libere. Per questo Dio ci ha amato per primo e ci ha messo nelle condizioni di essere radicalmente liberi.

Far arrivare l’Amore di Cristo Crocifisso nella nostra vita significa sperimentare che al di là di quello che abbiamo vissuto o che viviamo, noi rimaniamo radicalmente liberi.

Gesù è morto per questo. È morto perché la parte più decisiva di noi potesse esercitare fino in fondo una libertà radicale. Da quel momento in poi nessuna ferita, nessuna malattia, nessuna ingiustizia, nessun male potranno mai sostituirsi alla nostra libertà. Tutte queste cose possono solo condizionarci, intralciare, rallentare, ma mai cancellare la nostra libertà di fondo.

Questo fa esclamare a San Paolo una simile affermazione: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi” (Gal5,1).

Il modo attraverso cui questa libertà c’è stata data è proprio la Croce. Ecco perché oggi è festa. Oggi è liberazione !

cfr Gv 3, 13-17 

Da una riflessione del teologo Luigi Maria Epicolo, tratta da < AMEN – LA PAROLA CHE SALVA > di martedì 14 settembre 2021 – pag 244/245.

 

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