< LA CHIESA RICORDA OGGI SAN GIACOMO DELLA MARCA, DI MONTEPRANDONE (IN PROVINCIA DI ASCOLI PICENO) >.

< LA CHIESA RICORDA OGGI SAN GIACOMO DELLA MARCA, DI MONTEPRANDONE (IN PROVINCIA DI ASCOLI PICENO) >.
Anna Lucia Pappalardo (Potenza)

A cura di Anna Lucia Pappalardo (Potenza)

annalucia.pappalardo@dconline.info * Cell. 333-8530465

Vice-Segretario nazionale del Movimento Femminile e per le Pari Opportunità

Se3gretario politico regionale della Democrazia Cristiana della regione Basilicata

www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it *

< LA CHIESA RICORDA OGGI SAN GIACOMO DELLA MARCA, DI MONTEPRANDONE (IN PROVINCIA DI ASCOLI PICENO) >.

Vorremmo attirare l’attenzione dei nostri lettori su di una importante rubrica che potrete trovare nella <home page> del sito del nostro giornale < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana, di cui all’indirizzo internet www.ilpopolo.nes.

Si tratta della rubrica < IL SANTO DEL GIORNO >, che riguarda il Santo che la Chiesa ogni giorno ci propone e che possiamo trovare indicato anche in qualsiasi buon calendario.

Oltre a ricordarci il nome del Santo che viene commemorato, nella rubrica potrete trovare interessanti indicazioni sulla figura del Santo di cui trattasi, un invito all’azione, una preghiera, un riferimento al martirologio cristiano.

Quest’oggi dunque ricordiamo S. Giacomo della Marca, il quale nacque a Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno, in una famiglia molto povera. Studiò in varie città delle Marche e dell’Umbria e fu maestro di scuola.

A vent’anni, preso dalla bellezza dell’ideale francescano, abbandonò il mondo ed entrò in religione.

Il suo primo maestro fu S. Bernardino da Siena. E di tanto padre il nostro Giacomo (al secolo Domenico) sarà degno figlio. Come lui predicatore, lo imitò nello zelo e nella santità.

La sua vita, dal lato umano, è un romanzo d’avventure.

Girò l’Europa e specialmente l’Italia, l’Ungheria, l’Austria, la Boemia e in alcuni paesi fondò pure dei conventi. Ovunque predicò e combattè eresie, sempre obbediente alla volontà del Pontefice, che lo spostava da una regione all’altra.

Ma il suo principale campo di lotta fu l’Italia, dove combattè la setta dei « Fraticelli », predicò quaresime, illustrò concili e congressi con la sua presenza e l’airtorità della sua parola.

All’Aquila, dove era andato per venerare il suo amato maestro S. Bernardino, pregando nel nome di Gesù, ottenne sulla pubblica piazza una sessantina di miracoli. Rimase nascosto per ordine del Vescovo, il quale temeva gli eccessi della folla entusiasta.

Andato a Napoli,vi morì poco dopo, il 18 novembre 1476.

Per più di trent’anni girò per città e villaggi a predicare, mangiando solo un tozzo di pane, poche fave e qualche cipolla che portava sempre con sè nella bisaccia. S. Bernardino gli raccomandava spesso di nutrirsi e lo esortava a mangiare un poco di minestra, ma lui non se ne dava per inteso e continuava a digiunare ogni giorno. Dormiva pochissimo: un paio d’ore per sera e si levava sempre quando gli altri andavano a riposare. Per dieci anni portò il cilicio sulla nuda carne e ogni notte si batteva con la disciplina.

Durante tutta la sua vita di religioso osservò la castità in modo perfetto, tuttavia fu tormentato per ben trent’anni da forti tentazioni, dalle quali lo liberò la Vergine di Loreto.

Nelle sue molte peregrinazioni fu imprigionato varie volte, assalito e malmenato dagli eretici, ma non desistette mai dai suoi propositi; mai mostrò rancore verso i suoi nemici; sempre li perdonò, pur combattendo strenuamente i loro errori.

Nella vecchiaia fu travagliato da molti mali e acciacchi, tanto che per sei volte gli venne amministrata l’Estrema Unzione. Ma tutto sopportò con rassegnazione e quasi con gioia, per imitare Gesù anche sul Calvario. Edificava sempre chi lo assisteva con la sua umiltà e preghiera.

Nell’ultima malattia, sentendo ormai la morte vicina, chiese i sacramenti e si spense nel nome di Gesù invocando dai presenti il perdono dei suoi errori.

Fu beatificato da Urbano VIII nel 1624 e canonizzato nel 1726 da Benedetto XIII.

PRATICA. — Nell’obbedienza, che è fonte di tante virtù, troveremo una facile via per il Paradiso.

PREGHIERA. – O Signore, che ti sei degnato di illustrare la tua Chiesa con i meriti e la predicazione di S. Giacomo, confessore della tua fede, concedi a noi di seguirne gli esempi e di conseguire l’eterno premio.

MARTIROLOGIO ROMANOA Nàpoli, in Campània, la deposizione di san Giàcomo della Marca, Sacerdote dell’Ordine dei Minori e Confessore, illustre per l’austerità della vita, per la predicazione apostolica e per molte legazioni compiute a vantaggio della Cristianità. Dal Sommo Pontefice Benedétto decimoterzo fu ascritto nel catalogo dei Santi.

Vi vorrei proporre infine un’altra bellissima preghiera di San Bernanrdo di Chiaravalle.

<< Chiunque tu sia, che nel flusso di questo tempo ti accorgi che, più che camminare sulla terra, stai come ondeggiando tra burrasche e tempeste, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella, se non vuoi essere sopraffatto dalla burrasca!

Se sei sbattuto dalle onde della superbia, dell’ambizione, della calunnia, della gelosia, guarda la stella, invoca Maria.

Se l’ira o l’avarizia, o le lusinghe della carne hanno scosso la navicella del tuo animo, guarda Maria.

Se turbato dalla enormità dei peccati, se confuso per l’indegnità della coscienza, cominci ad essere inghiottito dal baratro della tristezza e dall’abisso della disperazione, pensa a Maria.

Non si allontani dalla tua bocca e dal tuo cuore, e per ottenere l’aiuto della sua preghiera, non dimenticare l’esempio della sua vita.

Seguendo lei non puoi smarrirti, pregando lei non puoi disperare. Se lei ti sorregge non cadi, se lei ti protegge non cedi alla paura, se lei ti è propizia raggiungi la mèta. >>

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A cura di Anna Lucia Pappalardo (Potenza)

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