Il ripristino dei vitalizi: decisione indegna di una Stato civile con sani principi ed in un momento drammatico come quello attuale !

Il ripristino dei vitalizi: decisione indegna di una Stato civile con sani principi ed in un momento drammatico come quello attuale !

A cura di Angelo Sandri (Udine) * segreteria.nazionale@dconline.info * cell. 342-9581946 * Segretario politico naz.le Democrazia Cristiana e Direttore Responsabile “IL POPOLO”.

Angelo Sandri (Udine)

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< Il ripristino dei vitalizi: decisione indegna di una Stato civile con sani principi ed in un momento drammatico come quello attuale ! >

La Democrazia Cristiana scende in campo contro l’orrenda decisione di ripristinare i vitalizi dei parlamentari, in base alla votazione di cui abbiamo avuto recente notizia.

Frutto evidentemente del solito inaccettabile meretricio a cui ci hanno abituato le aule parlamentari e questo ormai maleodorante sistema politico/parlamentare che fa acqua da tutte le parti.

Si fa interprete di questo diffuso malcontento l’Ing. Claudio Cassone (di Taranto), già Dirigente territoriale  della Democrazia Cristiana e persona molto attiva sul piano politico/sociale a livello locale.

<< Quando l’impegno sociale diventa un privilegio personale – stigmatizza Claudio Cassone –  divergono le strade di chi ama il popolo e di chi ama l’agio donato dal popolo, storia di un malcostume purtroppo mai sradicato.

Forse non tutti sanno che i vitalizi ai parlamentari sono frutto di una seduta segreta del 21 dicembre 1954, presenti i parlamentari di tutti gli schieramenti. In quella seduta segreta venne istituito un fondo di previdenza per gli onorevoli vitalizi dei deputati da 425 milioni.

Solo un deputato, Giuseppe Veronesi, criticò la procedura segreta e si dimise: «La povera gente – scrisse in una lettera – ha bisogno di buone leggi e di buoni esempi».

Infatti la gente comune, quando termina la sua carriera lavorativa percepisce la pensione, termine derivante dal  latino.”pensio – onis”, propriamente «pagamento» (da fare in un giorno fissato, quindi anche «pigione, fitto»).

E’ esperienza comune per la propria vita o per quella di un parente, sapere che essa è una rendita permanente o temporanea che lo Stato o gli Istituti di previdenza corrispondono ai lavoratori del Settore Pubblico o Privato, oppure ai loro familiari o ad altri aventi diritto, in relazione a un pregresso periodo di servizio o di attività lavorativa, per lo più in occasione del collocamento a riposo per raggiunti limiti di età, o anche a seguito di eventi che abbiano determinato la morte o uno stato di grave menomazione fisica o psichica:

Il punto focale è questo: un periodo di servizio in cui si sono pagati i contributi a cui si contrappone l’istituto del vitalizio che è una rendita spesso ricevuta sulla base di un diritto acquisito dal nulla.

Si pensi ad esempio all’istituto civilistico del  vitalizio dei figli non riconoscibili per legge.

Questi elementi che identificano i termini, che in certe questioni contano e come se contano, contrappongono il cittadino che deve acquisire il diritto attraverso le procedure legali e il politico suo rappresentante e in questo caso carnefice ed al quale, il diritto, non lo sfiora neppure.

Chi professa la Fede Cristiana e professa il Vangelo nel sociale sa bene che il messaggio di Cristo è sempre stato che il suo intervento è verso chi ha bisogno non verso chi di per se è stato aiutato dalla sorte o ancora egoisticamente verso se stessi di per se già benestanti!

Un vero Democristiano dovrebbe e deve fare suo questo messaggio nel suo ambito lavorativo ma soprattutto nel suo impegno politico e sociale, pur avendo uno stile di vita decoroso e un vivere familiare e professionale in cui nulla manca e che lui possa ben figurare nelle istituzioni che rappresenta.

Il progresso si attua nella giustizia, come anche la libertà, come detto in passato. Non ci sarà mai libertà fin quando non ci sarà giustizia.

La vita politica, come quella professionale, deve essere un donare alla Patria il proprio contributo percependo il giusto compenso e non maltrattando nessuno, ma soprattutto non estorcendo niente ad alcuno!

Ma soprattutto lo Stato, a prescindere dall’istituto del Vitalizio, ha il dovere di accrescere la cultura dell’amore al lavoro e alla professione, qualunque essa sia, non  inculcando una sfrenata corsa a fuggire da essa con mezzi biechi e fraudolenti!

Chi non ama il proprio lavoro spesso è perché non ne trae soddisfazione o peggio non né è capace !

Orbene Il vitalizio è proprio, oltre a tutto quello già detto, il mezzo più rapido, per far ancor di più disinnamorare del proprio lavoro o in generale riguardo alla professione!

Ora chi ha potere di farlo, doni lavoro e non vitalizi Per me solo l’unico vitalizio possibile l’amore in Cristo ! >>

 

A cura di Angelo Sandri (Udine) * segreteria.nazionale@dconline.info * cell. 342-9581946 * Segretario politico naz.le Democrazia Cristiana e Direttore Responsabile “IL POPOLO”.

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