Il ricordo del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa deve indurci a lottare per la legalità e della giustizia: sempre !

Il ricordo del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa deve indurci a lottare per la legalità e della giustizia: sempre !

A cura di Mariateresa Monorchio (Macerata) *

mariateresa.monorchio@dconline.info

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< Il ricordo del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa deve indurci a lottare per la legalità e della giustizia: sempre ! >

 

Nel 1982 venne senz’altro commesso un grave errore politico che fu quello di non aver dato la possibilità all’allora Prefetto di Palermo, Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, di esercitare il diritto dello Stato di liberarci da quelle organizzazioni criminali che inducevano e/o obbligavano gli abitanti della Sicilia alle scorribande organizzate da gente senza scrupoli, senza un Dio, cultura e amore verso la propria gente e la propria terra, senza rispetto e senza onore.

Di supporto si confondeva e si confondono ancora oggi le organizzazioni criminali con l’alternativa allo Stato che è la Mafia. La Mafia non uccide, ti assevera. Essa esiste dove non è presente lo Stato.

Il piccolo gregario, se si fa crescere, diventa poi un criminale.

Da non confondere certo con l’arte della Polis che se viene esercitata in maniera subdola ti ingloba -per la maggioranza dei casi – al fine di sovvertire l’ordine delle regole e dei diritti, a discapito di tutti gli altri, per poter ricevere privilegi del tutto ingiusti e senza alcun merito.

La differenza di base consiste che il criminale ti cerca, mentre la Mafia viene cercata.

Pertanto il non aver concesso quei poteri speciali al Generale Dalla Chiesa significava che era arrivato a scoprire chi e quanti erano questi centri di potere, con i loro soldati criminali, mercenari senza scrupoli.

Essi purtroppo sono protetti molte volte da quella cappa di persone talmente assuefatti da diventare parte integrante di un mostro insaziabile di rispetto criminale, di dipendenza da servilismo e  di essere compiaciuti di questi amici occulti ma conosciuti da tutti per esercitare piccoli poteri di immagine o spavalderia.

La Democrazia Cristiana di oggi, rileggendo quel momento buio, si batterebbe di sicuro per dare al Generale Dalla Chiesa non solo quei poteri speciali ma – a differenza della Procura Nazionale Antimafia – anche la possibilità di creare un organismo tra commissione parlamentare e tribunale dei ministri, con veri poteri speciali.

Questi poteri speciali dovrebbero essere finalizzati alla prevenzione (dove possibile) e rinvio a giudizio, con limitazione della libertà degli imputati che risultano essere parte attiva e integrati in queste attività quando si hanno prove che provengono da  supporti di attività informativa/investigativa video, audio e documentale.

Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, nella sua importante esperienza, aveva formato sui territori unità Militari dormienti, che raccoglievano informazioni pubbliche e private che, analizzate da esperti, riuscivano a valutare e coordinare le varie attività di indagine.

Oggi esse si possono fare con l’intelligenza artificiale accoppiata alla tecnologia di Computer Vision,  il che negli anni 80 (1980) era pura fantascienza.

Eppure la prima sperimentazione sul campo operativo fu fatta manualmente contro la nascente eversione di estrema sinistra delle Brigate Rosse.

Il Geom. Giovanni Monorchio accanto a Nando Dalla Chiesa

Quasi una struttura militare complessa e articolata inserita in modo parallelo nella vita sociale di quel periodo storico, con personale militare e non, dove le unità non si conoscevano tra loro e le strutture militari con compiti istituzionali normali.

Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa era militare attento, con grande carisma; ma anche temuto, non solo per la fedeltà ai suoi convincimenti ma anche perchè non avvezzo alle tentazioni dei poteri forti.

Se avesse voluto scendere in politica sarebbe stato un grande e giusto uomo della Democrazia Cristiana.

Ci siamo recentemente incontrati con il figlio (Fer)Nando Dalla Chiesa, in occasione di una manifestazione pubblica, alla presentazione del suo ultimo libro.

Abbiamo anche commentato pubblicamente la figura del compianto genitore: una grave perdita per la nostra Repubblica, che ancora non riesce a trovare e punire i veri mandanti di quell’orrendo crimine.

Vogliamo ricordare anche le persone purtroppo uccise insieme a lui. Che riposino in pace !

 

A cura di Mariateresa Monorchio (Macerata) * mariateresa.monorchio@dconline.info

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