A cura di Prof. Eliseo Le Mura (Catania)

esileo.lemura@dconline.info * Cell. 338-4755772 *

< Il nuovo che avanza dalla globalizzazione.

Dalla glebalizzazione e al rinascimento dell’ingegno umano nel terzo millennio ! >

Spesso mi capita di esaminare il comportamento umano di fronte ai consumi, nella scelta di beni e servizi.

Mi viene in mente il pensiero cartesiano”cogito ergo sum”(penso, dunque sono).

Se al posto di “cogito” mettiamo “consumo” diviene “consumo, quindi sono”.

Il consumo diventa il metro di paragone, il simbolo che contraddistingue “l’uomo economico”.

Attraverso la grande distribuzione, dei supermercati e degli ipermercati, assistiamo ad una grande concentrazione, ad una abbondanza di beni e prodotti senza avere peraltro moneta da spendere abbastanza sufficiente.

Ma la domanda (a parte la scarsità di mezzi monetari), rimane sempre quella: “Chi produce, Cosa produrre, Dove produrre”.

Il processo cambia rapidamente. Agli inizi del Duemila, allorquando si diffondono per effetto della globalizzazione, i centri commerciali, che sono complessi di vendita e di intrattenimento, di spettacolo, che fanno concorrenza alle zone di svago,ai luoghi di culto (vedi lo spopolamento delle Chiese) del
centro-citta’.

È un momento storico caratterizzato dallo svuotamento delle aree storiche e l’inizio della distruzione del negozio, dell’artigianato e delle eccellenze, dei talenti coltivati all’interno delle botteghe d’arte, dell’abbigliamento, delle calzature ed altro.

La novità consiste nel predominio delle vendite on-line, ai più svariati networks e nella formazione di monopolii sovranazionali come quello di Amazon, che stanno progressivamente allargando il loro campo di vendita, rendendo superati e obsoleti non solo i negozi tradizionali,ma anche i centri commerciali.

Amazon si avvia a vendere di tutto, mettendo in atto processi di robotizzazione e di intelligenza artificiale che tendono a distruggere tutta la mano d’opera di scelta e di imballo.

In questa fase della globalizzazione l’entrata nel mercato di tanti Paesi con tanti prodotti ha nascosto l’effetto della distruzione della diversità e della creatività in ogni singola Nazione.

In Italia nel campo della moda è stato distrutto il gusto italiano, perché diventano sempre più rare le sartorie artigianali e i creatori indipendenti.

L’Italia è sempre stato un Paese ad alta creatività e di gusto elevato.

La globalizzazione ci danneggia e rischia di rendere sterile la nostra vita artistica e culturale, introducendo sempre più la GLEBALIZZAZION E nei consumi di modelli scelti e imposti da poche
centrali, usando algoritmi e interventi di intelligenza artificiale,volti sempre più a manipolare i consumatori per asservirli,omologarli a modelli che non ci appartengono.

Per uscire da questa Glebalizzazione (con chiaro riferimento ai servi della gleba di memoria medievale) occorre inventarsi un nuovo modello economico incentrato sull’Uomo,sulla salvaguardia dei Saperi e degli antichi mestieri,sul saper fare, trovare soluzioni ai problemi, caratteristiche del genio italico.

Per noi il Nuovo che avanza è rappresentato dalle Comunità diffuse in tutte le Province, veri e propri centri sociali, laboratori sperimentali dove poter coltivare i talenti, preservare e custodire quelle conoscenze, quei Saperi che ci hanno sempre contraddistinto nel Mondo.

Oserei dire che le Nostre Comunità Diffuse, rappresentano i nuovi Monasteri che difendono e sorreggono l’ingegno umano contro le orde barbariche del Neoliberismo imperante in questo inizio di terzo millennio.

Precedentemente mi sono espresso sulla vitale importanza delle Comunità Diffuse con particolare riferimento alla salvaguardia della Madre Terra, partendo dalla Sicilia.

È qui l’ultimo Armageddon dove verrà combattuta la battaglia finale per la sopravvivenza della specie umana e della Madre Terra rinnovata e guarita grazie all’intervento di uomini saggi e illuminati che hanno a cuore il progresso dei popolo e del bene comune come diretta emanazione del Bene Supremo.

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