DIO E SUOI INCANTI E ALTRE MERAVIGLIE

 

 La perdita della moglie è quanto di più orribile .

Come possibile se sempre in chiesa, rosari detti , come accettare la visione e le parole avute da me scrivente a Medjugorie dalla  Madonna:”  presto tua moglie la porto con me in Paradiso”.
Che tragedia in quella gelida notte.
Mi sento stordito ,mi agito e le voci ovunque anche dalle stelle,mi battono alla porta.Il  mugghio riunisce nuvole grigie,la tua partenza mia diletta mi offusca la strada come il raggio freddo dei deserti.
Il velo del mio dolore imita il grido d’un  lo sempre ferito,la povera alba tarda a venire e tentai l’impossibile ponendo le mani sul tuo immobile corpo” sorgi!”  Ma non avvenne come Lazzaro .
Combatto senza speranza e i raggi
freddi non hanno eco e resta il mistero là dietro l’ombra di un buio infinito.
La speranza.
Tu sei il mio ossigeno,la mia cura e unico punto irremovibile presente nella mia anima – tu principessa del mio cuore che con il tuo sguardo penetrante e la tua bellezza infinita ,percorri la mia anima solcando ogni mio pensiero
E  il cuore si ferma per un dolore senza fine,
accadde dopo 100 giorni quando sgranava il rosario alzò ella mia moglie Pierina il braccio al cielo e in in attimo spirava .
Avvertii presenze divine urlai :”  prendete me non lei” Poi tutto un dolore impossibile e non sai che fare anzi  preso un coltello che conficcai al mio cuore ma non entrava aveva la punta piatta poi una luce scese e si materializzò  era un Angelo che mi disse :” se ti uccidi guarda dove vai”e vidi l’inferno e nel fuoco i dannati..
Avvolte i temporali non hanno mai fine e ingiustamente venni vilmente licenziato dal lavoro (?) e coloro avrebbero dovuto sostenermi si rivelarono dei demoni e persino una cognata disse :” mi fa piacere ti sia morta”.
Ha superato il demonio costei !
Che fare?
Mi rifugiai nei boschi a tirare legni e pietre nel cielo per rabbia.
Dopo tre anni di terrificante stato una giovane suora mi tendeva la mano  e il suo aiuto spirituale fu intenso anche visite a casa .
Si ha bisogno di conforto quando sei in uno stato di morte.
Poi nominato sindacalista proprio ella ,suor Eva , mi diede un incarico per suoi genitori e parenti e amici slovacchi venuti in Italia per la vendemmia che trattati da schiavi e senza contratto ; mi chiamava alle due di notte piangendo perché quei padroni gli dicevano parolacce perché tentava chiedere condizioni a norma e.mi recai sul posto e dovevo essere terribile che subito mi firmarono contratto a norma.
Mia compagna oggi.
*
Poi rischiai la vita per togliere una prostituta dalla strada per avviarla ad un lavoro onesto.
Tanti interventi di successo per gli abusati e svantaggiati da meritarmi essere personaggio dell’anno in Canada.
Ma ero tristissimo mi mancava una compagna e Dio provvedeva con una figura di donna che adatta a me ed è bella,virtuosa,di fede, davvero Dio ti usa Misericordia quando preghi ,speri,agisci nel Suo nome nella umana condicio.

L’espressione “humana condicio”, “condizione umana”, si trova per la prima volta in Cicerone (Tusc. disp. 1, 15), ma entra nella cultura dell’Occidente, in cui avrà una straordinaria risonanza, solo con Seneca, che la usa con insistenza a indicare una sola cosa: l’ambivalenza costitutiva dell’uomo, nel cuore del quale abitano, porta a porta, opposte possibilità

La grazia riavuta da Dio

L’uomo è, quindi, l’essere problematico per eccellenza: egli s’interroga su tutto e, quando posa lo sguardo su se stesso, scopre di essere multiforme. “Nemo suum agit, ceteri multiformes sumus”:

 

“nessuno si attiene a un solo ruolo, siamo tutti multiformi”, cioè desiderosi di assumere sembianze diverse. Per questo cambiamo maschera di volta in volta e ce ne mettiamo una opposta a quella che ci siamo appena tolta (Ad Luc. 120, 21-22 passim). Ma come riconoscere il volto dietro la molteplicità delle maschere?

Fin  dalloper prima  della consolazione “Ad Marciam”, Seneca ha scelto per la sua filosofia un punto di partenza difficile: benché avesse a sua disposizione un solido baluardo, il sistema stoico, da cui peraltro non vorrà mai prescindere del tutto, non si è messo al suo riparo per far tacere l’incertezza e il rischio che caratterizzano l’avventura dell’uomo nel cosmo. Egli ha avvertito, più di ogni altro pensatore dell’antichità, l’angoscia che immancabilmente sale dalle profondità dell’essere e le ha dato voce. L’uomo è una creatura che nasce debole, fragile, nuda, priva di difese naturali e bisognosa, più di qualsiasi altra, dell’aiuto altrui.

Neppure l’istinto le viene in soccorso, non avendo nell’uomo la sicura determinazione che ha negli animali, dal momento che l’intelligenza sembra fatta apposta per scompigliarlo e renderlo malsicuro. Quocumque se movit, statim infirmitatis suae conscium”: “in qualunque direzione si muova, l’uomo ha subito coscienza della propria debolezza.

Scritto da Franco Capanna

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Franco Capanna
1 anno fa

Purtroppo avete paura da come mi scrivete che vostra mail pubblica ma vi sbagliate e dovete avere fiducia che non accade