Cinquanta e Cinquanta.

Cinquanta e Cinquanta.
FLAVIA ZANUSSO

A cura di FLAVIA ZANUSSO (Loreto / AN)

* flavia.zanusso@dconline.info *

www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it *

< Cinquanta e Cinquanta >

 

Quasi immancabile oramai, nell’avvicinarsi alle porte di una chiesa, l’incontro con una mano tesa nell’intento di chiedere quel soldino che costituisce “la goccia” che per qualcuno fa traboccare il vaso dello sdegno.

Per altri invece resta un aiuto, anche se non piu’ chiaro “come una volta” in merito alla destinazione d’uso, ma certamente lo è nell’intento di chi lo dona.

Ma verso il mezzo della santa celebrazione giunge certa anche la mano tesa del rappresentante in loco che altrettanto cerca sostegno nel sentimento, piu’ o meno popolare – ma se partecipi si da’ per scontato che tu ce l’abbia-  tanto che il cestino ti arriva di fronte, quale che sia la tua scelta di fedele in quel preciso momento e anche la tua concentrazione magari su quel che accade sull’altare.

Ti si chiede, insomma, di nuovo di sborsare per alcuni, di intaccare il tuo patrimonio, per altri… di donare per il bene della comunità, infine, per i piu’ solari e speranzosi….

Dunque, che fare? A chi donare? Senza approfondire se la mano tesa fuori di chiesa abbia qualche autorizzazione, anzi quasi mi convince questi debba cibarsi e vestirsi e non soltanto mantenere bollette e sacri paramenti, come non pensare alle proprie primarie responsabilità parrocchiali etc. etc.

Un rebus da affrontare, non soltanto nella scelta della monetina da lasciare, ma “di principio”.

Quindi…chiediamoci pure com’era il principio…”non di solo pane”, ma anche “darlo il pane”, allora senza dilungarci, allunghiamo, senza ansie, semplicemente la mano al povero ed alla Chiesa.

Che nemmeno Adamo ed Eva, quella malsana volta, se non ebbero proprio un dubbio, fu di fare meta’ d’uno.

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