Un’analisi sullo sport a Roma Capitale ed in provincia di Roma.

Un’analisi sullo sport a Roma Capitale ed in provincia di Roma.

Ing Beniamino Bullio (Roma) * beniamino.bullio@dconline.info 

Segretario politico Democrazia Cristiana – Municipio VIII di Roma Capitale

www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it *

< Un’analisi sullo sport a Roma Capitale ed in provincia di Roma >

Anche escludendo l’età prescolare, per la quale ovviamente valgono considerazioni diverse, si notano differenze significative tra le diverse fasce d’età.

Tra i minori delle elementari e delle medie, circa il 60% pratica sport in modo continuativo, mentre tra i 15 anni e la maggiore età questa quota scende a circa un adolescente su due. Al contrario lo sport praticato saltuariamente aumenta al crescere dell’età del minore.

In generale, la quota di minori che non praticano nessuna attività fisica è in parte diminuita negli ultimi anni, in linea con un trend generale che vede la popolazione italiana meno sedentaria del passato. Resta comunque una quota compresa tra il 15 e il 20% di minori che non fa nessuna attività fisica, con punte più alte nella fascia 6-10
Il 18,8% i minori tra 6 e 10 anni che non praticano nessuno sport né attività fisica.
Le ragioni della totale inattività fisica possono essere diverse ed una analisi Istat dello scorso anno ha provato a ricostruirle.

Tra i bambini più piccoli (3-5 anni), la causa più frequente indicata dalle famiglie è l’età del minore. Dopo la maggiore età invece aumenta la quota di chi addebita alla mancanza di tempo l’impossibilità di fare attività fisiche nel tempo libero.

Ma è interessante segnalare due ragioni meno frequenti, eppure ugualmente significative. Il 13,8% di chi non pratica sport indica come causa motivi economici, il 5,1% la mancanza di impianti sportivi.

Questi due aspetti (di cui purtroppo non è disponibile disaggregazione per età) segnalano la necessità di intervenire sui fronti indicati dalle raccomandazioni europee. Da un lato eliminare per i minori le barriere legate al costo, dall’altro quelle connesse all’accessibilità delle strutture.
Un caso concreto: i centri sportivi municipali nella Capitale
A partire dalla fine degli anni ’70, a Roma le palestre e le strutture sportive collegate alle scuole hanno cominciato a essere utilizzate anche per attività pomeridiane. L’obiettivo, in linea con le previsioni della legge 517/1977, era quello di trasformare queste strutture in centri aggregativi per le diverse zone, in particolare nelle periferie.

Promuovere lo sport per tutti, a prezzi calmierati, coinvolgendo non solo gli alunni, ma anche le loro famiglie, le associazioni sportive, quelle di quartiere. Un esperimento interessante, perché nonostante sia stato concepito decenni prima delle raccomandazioni europee, va proprio nella direzione auspicata dalle linee guida in materia. Perciò merita di essere monitorato.

Il sottoscritto Ing Beniamino Bullio ha avuto modo durante i sopralluoghi effettuati in alcuni impianti sportivi della Capitale ( in particolare periferici ) di riscontrare carenze strutturali ed organizzative per quei centri che avrebbero dovuto essere e svolgere forme importanti di aggregazione sociale

Ing Beniamino Bullio (Roma) * beniamino.bullio@dconline.info 

Segretario politico Democrazia Cristiana – Municipio VIII di Roma Capitale

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Gabriella Fardella
5 anni fa

Condivido la sua analisi e mi permetto di sottolineare che purtroppo queste strutture non hanno mantenuto come avrebbero dovuto i prezzi contenuti proprio per permettere a tutti di praticare lo sport, ma si sono allineate a quelle private e in alcuni casi sono addirittura più care.
Sottolineando il fatto che lo sport oltre ad essere un momento ricreativo, giova indiscutibilmente allo sviluppo psicofisico degli adolescenti, credo sia buona cosa monitorare e rianillineare i prezzi al fine di renderlo accessibile non solo a una fascia benestante della popolazione.
Gabriella Fardella
Segretario Nazionale del Movimento Femminile e per le pari opportunità della D.C.