Un ricordo di Alcide De Gasperi nel sessantacinquesimo anniversario della sua scomparsa.

Un ricordo di Alcide De Gasperi nel sessantacinquesimo anniversario della sua scomparsa.

A cura di ERALDO RIZZUTI (Cosenza) * eraldo.rizzuti@dconline.info * 335-6290477 * Vice-Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana

e di ANGELO SANDRI (Udine) * segreterria.nazionale@dconline.info * 342-9581946 * Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana

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< Un ricordo di Alcide De Gasperi nel sessantacinquesimo anniversario della sua scomparsa >

Il 19 agosto 1954, a Sella di Val Sugana (in provincia di Trento), mancava Alcide De Gasperi, l’insigne statista che diede una impronta indelebile alla storia del nostro Paese, in un’epoca drammatica, all’indomani del secondo conflitto mondiale.

quella della ricostruzione materiale e morale del Paese all’indomani del secondo conflitto mondiale

destino.Alcide De Gasperi è stato definito «il Presidente della ricostruzione».

Un titolo che l’insigne statista trentino si meritò per la sua concreta e sagace opera di governo, durante gli otto anni (dal dicembre 1945 all’agosto 1953) in cui egli fu ininterrottamente Presidente del Consiglio, ed operando in maniera magistrale a quell’opera di ricostruzione morale e materiale dell’Italia, all’indomani del rovinoso secondo conflitto mondiale

Alcide De Gasperi riuscì ad interpretare ed assecondare l’aspirazione degli italiani ad un nuovo inizio, a riprendere il cammino, a ricominciare dopo le tragedie della guerra, al fine di

ERALDO RIZZUTI

risalire dall’abisso in cui si era precipitati. L’aspirazione degli italiani a tornare padroni del proprio

Ricordare oggi Alcide De Gasperi, nel sessantacinquesimo anniversario della sua scomparsa, e fare memoria dei suoi insegnamenti, cercando di metterli in pratica, può aiutarci senz’altro a superare la orrenda crisi presente, le cui “macerie” sono paragonabile a quelle del periodo susseguente alla secnda guerra mondiale.

Possiamo dunque chiederci il perché la seconda Repubblica abbia miseramente fallito.

Innanzittutto perché ogni giorno è stata ossessionata dai “gruppi” e da tutto quello che è marginale e inutile, anzichè fare attenzione all’essenziale !

Del tutto incapace di elaborare strategie e azioni politiche per affrontare i grandi temi generali: la difesa del Beni Comune, della vita, della famiglia, del lavoro, della sicurezza, delle vecchie e nuove povertà, della difesa e salvaguardia del territorio e dell’ambiente, dell’equità fiscale, dell’inquinamento.

E’ stata ammaliata dai movimenti sociali che operano al di fuori delle istituzioni; ha inseguito il sogno di una globalizzazione che, di fatto, ha privatizzato lo Stato e smantellato soprattutto lo Stato sociale.

Questo suicidio politico ha spalancato le porte al nazional-populismo, al sovranismo e al caos politico.

Questo vuoto politico ha favorito l’assalto alle istituzioni “dei deputati cittadini”, che ignorando la nobile arte della politica, hanno contribuito a trasformare, sempre di più, il parlamento in un luogo di divisioni: un mercato dell’inefficienza.

Oggi il Parlamento non è più il luogo del dialogo, del confronto e delle scelte: esso invece ratifica, molto spesso senza nessuna discussione e a colpi di voti di fiducia.

Spesso i deputati non sanno nemmeno quello che approvano. Le decisioni infatti vengono prese altrove “dall’oligarchia politica”.

La politica ha abbandonato la sua identità ed è diventata un “ibrido ” dove in nome di un civismo sterile, senza senso e vuoto di contenuti di idee e progetti, ha abbracciato la politica identitaria egocentrica e dell’antipolitica ed ha creato un uomo senza memoria, senza tempo, sempre di più schiavo e ossessionato dalla sua stessa immagine.

Dopo questa analisi possiamo maggiormente capire ed apprezzare l’enorme statura enorme di uno statista insigne come lo è stato Alcide De Gasperi.

Riprendere in mano i suoi insegnamenti e dare forza al partito che lui ha creato e guidato fin dal 1943 (la Democrazia Cristiana, ndr) potrebbe essere una buona medicina a quel malato grave che è l’Italia di oggi: una Repubblica che taluni definiscono (probabilmente a ragione) del “malaffare”, in mano ad una classe politico parlamentare accusata di essere disonesta e corrotta, ma soprattutto illegale e ben lontana da quel sistema politico popolare, democratico, pluralista ed antifascista di cui De Gasperi fu indiscusso esempio e testimone.

A cura di ERALDO RIZZUTI (Cosenza) * eraldo.rizzuti@dconline.info * 335-6290477 * Vice-Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana

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