L’Italia esce dalla recessione: “L’economia torna a crescere”, “ma anche il debito pubblico”.

La Banca d'Italia certifica la crescita: il Pil torna a salire. Bene l'industria e le esportazioni, sale il numero degli occupati, ma il debito pubblico non cala.

L’Italia esce dalla recessione: “L’economia torna a crescere”, “ma anche il debito pubblico”.

Dopo due trimestri negativi tra luglio e dicembre dell’anno scorso, l’Italia esce dalla recessione tecnica: Pil in aumento dello 0,1%. Secondo Bankitalia, la debolezza congiunturale “particolarmente accentuata nel comparto industriale rispecchia quella osservata in Germania e in altri paesi dell’area euro”. Banca d’Italia però sottolinea che nel 2018 il debito pubblico italiano è aumentato a oltre il 132% del Pil, rispetto al 131,4% del 2017

A certificarlo è la Banca d’Italia secondo cui il prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,1% nei primi tre mesi del 2019 dopo il calo registrato nella seconda metà del 2018.

I tecnici di via Nazionale scrivono infatti nel Bollettino economico che nel trimestre invernale l’attività sarebbe cresciuta nell’industria in senso stretto, mentre si sarebbe confermata debole nei servizi e nelle costruzioni. Ma se restano negative le previsioni sulla crescita in media d’anno, il rischio recessione sembra – per ora – scongiurata. “Il modesto calo dell’occupazione, che nel trimestre autunnale ha riflesso la fase di debolezza ciclica, non sarebbe proseguito nel bimestre gennaio-febbraio”, spiegano da Bankitalia. Che imputa anche all’andamento positivo delle esportazioni – cresciute nell’ultima parte del 2018 a ritmi sostenuti – la ripresa.

È tornata a salire anche la produzione industriale italiana nel primo trimestre dell’anno. Dopo essere sceso nella parte finale del 2018, rileva la Bancad’Italia nel Bollettino economico, il dato è risultato in aumento sia in gennaio (1,9% rispetto al mese precedente) sia in febbraio (0,8%), per effetto soprattutto della dinamica nel settore dei beni di consumo e “la crescita sarebbe proseguita nel mese di marzo”. Via Nazionale non manca di osservare tuttavia come le indagini qualitative segnalino che le imprese restano caute nei giudizi sulla situazione economica generale e sulla domanda.

Nella media del 2018, scrivono gli economisti di via Nazionale, il numero di occupati è aumentato dello 0,9%. La flessione registrata nell’ultimo trimestre dell’anno, afferma Bankitalia, è da ricondurre soprattutto al calo nel settore dei servizi alle famiglie e agli individui. L’occupazione è invece rimasta pressoché invariata nell’industria in senso stretto e ha continuato a crescere negli altri servizi privati. Il numero di ore lavorate è diminuito in tutti i principali comparti, ad eccezione delle costruzioni.

Migliora l’occupazione, inflazione scende Dal Bollettino emerge come resti favorevole l’andamento delle esportazioni, il dato l’occupazione che si sarebbe stabilizzato “dopo il modesto calo nel trimestre autunnale”, mentre “le retribuzioni contrattuali hanno continuato a crescere”. Nel 2018 sono aumentati sia l’occupazione complessiva, sia i rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Sul fronte dei prezzi, secondo Bankitalia, nel primo trimestre 2019 l’inflazione è scesa, frenata dal rallentamento dei prezzi dei beni energetici e dalla debolezza dell’economia: in marzo si collocava all’1,1% mentre le attese di inflazione rilevate da Consensus Economics si sono portate in aprile allo 0,9%. Investimenti al ribasso.

Le aziende intervistate sulle aspettative di crescita nell’indagine di Bankitalia “indicano condizioni sfavorevoli per la domanda corrente, in particolare quella proveniente dalla Germania e dalla Cina, ma prevedono un contenuto miglioramento nei prossimi tre mesi. Prefigurano inoltre una revisione al ribasso dei piani di investimento per l’anno”. Secondo le imprese “le prospettive risentono sia dell’incertezza imputabile a fattori economici e politici sia delle tensioni globali sulle politiche commerciali”.

Investitori esteri acquistano titoli Nel primo bimestre del 2019 gli investitori esteri sono tornati ad acquistare titoli pubblici italiani, segnala la Banca d’Italia nel Bollettino economico, ricordando come il 2018 si sia chiuso con vendite nette per 51 miliardi di euro. In particolare, gennaio ha registrato acquisti netti per 22 miliardi, mentre febbraio ha segnato un dato negativo di 5 miliardi, per un saldo netto positivo nel periodo pari a 17 miliardi Contenuta crescita del credito alle imprese  Il Bollettino economico della Banca d’Italia, segnala che l’aumento dei rendimenti obbligazionari sui mercati finanziari italiani registrato lo scorso anno si sta comunque trasmettendo molto gradualmente alle condizioni del credito, grazie all’abbondante liquidità e alle buone condizioni patrimoniali degli intermediari.

Dai sondaggi qualitativi tuttavia, affermano gli economisti di via Nazionale, emergono segnali di irrigidimento, riconducibili sia al peggioramento del quadro macroeconomico sia all’aumento dei costi di provvista. Allo stesso tempo i crediti deteriorati si sono ridotti e la redditività delle banche è migliorata.

di Antonio Gentile